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Francesca da Rimini - Eroina dantesca


Paolo e Francesca - Anno 2007


Poesia di Jorge Luis Borges:

Lascian cadere il libro, ormai già sanno
che sono i personaggi del libro
(lo saranno di un altro, l’eccelso,
ma ciò ad essi non importa).
Adesso sono Paolo e Francesca,
non due amici che dividono
il sapore di una favola.
Si guardano con incredulo stupore.
Le mani non si toccano.
Hanno scoperto l’unico tesoro;
hanno incontrato l’altro.
Non tradiscono Malatesta
perché il tradimento richiede un terzo
ed esistono solo loro due al mondo.

Sono Paolo e Francesca
ma anche la regina e il suo amante
e tutti gli amanti esistiti
dal tempo di Adamo e la sua Eva
nel prato del Paradiso.
Un libro, un sogno li avverte
che sono forme di un sogno già sognato
nelle terre di Bretagna.
Altro libro farà che gli uomini,
sogni essi pure, li sognino.

Giornata internazionale di studi dedicata a Francesca da Rimini
Rimini, 30 giugno 2007
Museo della Città, Sala del Giudizio universale, via L.Tonini n.1, Rimini

A Francesca da Rimini e al suo mito è dedicata una “Giornata internazionale di studi” che propone ricerche, riflessioni e studi di autorevoli studiosi provenienti da università europee e americane. “Francesca Je T'aime” è però un’iniziativa rivolta anche al grande pubblico che potrà assistere ad opere musicali e alla proiezione di filmati d’epoca dedicati a Francesca nel Museo di Rimini o nel Giardino del Lapidario romano. “Francesca Je T'aime” sono le parole che il patriota polacco principe Zygmunt Krasinski pronunciò dinnanzi al dipinto di Francesca da Rimini del pittore Ary Scheffer, opera che si trova alla National Gallery di Londa.

Paolo e Francesca - Anno 2008

« Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense."
Queste parole da lor ci fuor porte. »

(Dante Alighieri – Divina Commedia - Inferno V, 100-108)


Amore, che rapidamente fa presa su un cuore nobile, si impadronì di Paolo per la mia bellezza fisica, bellezza di cui fui privata (quando venni uccisa); e l’intensità di questo amore fu tale, che ancora ne sono sopraffatta. Amore, che non permette che chi è amato non ami a sua volta, mi sospinse con tanta forza a innamorarmi della bellezza di Paolo, che, come ben puoi vedere (dal fatto che siamo uniti), ancora mi lega a lui. Amore ci portò a morire insieme: colui che ci ha tolto la vita è atteso nel cerchio dei traditori (la Caina è la zona del nono cerchio destinata ai traditori dei parenti)." Queste parole ci vennero rivolte da loro.

Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?»
 L'amore ci portò ad una stessa morte e grave pena attende chi ci spense alla vita.
Da queste parole compresi la sofferenza che travagliava quelle anime. Chinai il capo e tanto lo tenni basso che il Maestro mi domandò: «Che pensi?» 
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!»
Io gli risposi: «Oh me affranto! quanta dolcezza di amorosi sentimenti menò costoro al doloroso passo!» 
Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Poi mi rivolsi a loro e così parlai: «Francesca, le tue sofferenze mi commuovono sino al pianto. 
Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?»
Ma dimmi: nel tempo dei dolci sospiri come si rivelò il vostro reciproco sentimento d'amore?» 
E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.
Ed ella a me: «Nessun dolore è maggiore del ricordo del tempo felice quando si vive nell'infelicità e questo il tuo dotto Maestro ben lo sa. 
Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Ma se tu hai desiderio di sapere l'origine del nostro amore, io, piangendo, a te parlerò. 
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Francesca continua:
più volte quella lettura ci spinse a guardarci negli occhi e ci fece impallidire. Ma solo un punto fu che ci sospinse a rivelare l'un all'altro il nostro reciproco amore. 
Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
Quando leggemmo che Lancillottto baciava la bocca sorridente di Ginevra, allora costui, che da me mai sarà diviso, 
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse e da quel giorno smettemmo la lettura». 
Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com'io morisse.
E caddi come corpo morto cade.

Udite quelle anime travagliate, abbassai io sguardo, e lo tenni abbassato tanto a lungo, che alla fine Virgilio mi chiese: "A cosa pensi? " Quando risposi, cominciai: "Ohimè, quanti teneri pensieri, quanto reciproco desiderio condusse costoro a peccare (al doloroso passo)! " Poi, rivolto a loro, parlai, e dissi: "Francesca, le tue sofferenze mi rendono triste e pietoso fino alle lagrime. Però dimmi: quando la vostra passione si manifestava soltanto attraverso dolci sospiri, con quale indizio e in che modo Amore permise che l’uno conoscesse i sentimenti dell’altra, fino allora incerti d’essere corrisposti ? "

E Francesca "Nulla addolora maggiormente che ripensare ai momenti di gioia quando si è nel dolore; e di ciò è consapevole il tuo maestro. Ma se un così affettuoso interesse ti spinge a interrogarmi sul modo in cui si manifestò per la prima volta il nostro amore, farò come chi parla tra le lagrime. Noi leggevamo un giorno, per svago, la storia di Lancillotto e dell’amore che s’impadronì di lui: eravamo soli e non avevamo nulla da temere. Più volte quella lettura fece incontrare i nostri sguardi, e ci fece impallidire; ma solo un passo ebbe ragione di ogni nostra resistenza. Quando leggemmo come la bocca desiderata (di Ginevra) fu baciata da un così nobile innamorato, Paolo, che mai sarà separato da me, mi baciò, trepidante, la bocca. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno non proseguimmo oltre nella sua lettura".

Mentre una delle due anime diceva queste cose, l’altra piangeva, così che per la compassione perdetti i sensi non altrimenti che per morte: e caddi come cade un corpo inanimato.

Un bacio, un mito…
Giornate internazionali di studio dedicate a Francesca da Rimini
Rimini, 4-6 luglio 2008
Museo della Città

Francesca è uno dei personaggi più affascinanti e amati della Divina Commedia, a partire dalla fine del Settecento una schiera di innumerevoli artisti le ha dedicato opere, poesie, commedie, dipinti, sculture, film, musiche. Opere, spesso, di grande valore e di grande successo che, in due secoli, l’hanno trasformata da peccatrice-adultera in eroina, vittima di un inganno nuziale e di intrighi di potere, fino a farne il simbolo della fedeltà eterna al primo amore e della passione che tutto vince.

 “Francesca je t'aime” il 30 giugno 2007, ha proposto contributi  e riflessioni di prestigiosi studiosi provenienti da università europee e americane, riscuotendo un importante successo di pubblico e di stampa. L'universalità dell'argomento e l'interesse che sa suscitare inducono a proporre una seconda edizione dell'iniziativa per l'estate 2008 puntando sempre su qualità dei contenuti, internazionalità dei relatori, multidisciplinarità ed ampliando il progetto su tre giornate.

Paolo e Francesca - Anno 2009



Le due famiglie, i da Polenta da Ravenna e i Malatesta da Rimini erano tra le più importanti della Romagna, dopo una serie di scontri esterni e di instabilità politica interna decisero di allearsi. Il patto fu consolidato da un’unione che coinvolse la giovane Francesca da Polenta e il più anziano Gianciotto Malatesta. Francesca, o Franceschina, nata a Ravenna, era figlia di Guido da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna, Giovanni era figlio di Malatesta da Verucchio e di Concordia. Alcune carte d’archivio testimoniano l’indubbia esistenza storica di Giovanni, nato, forse, nel 1245, sciancato dalla nascita, “Johannes Zoctus”, Giovanni ciotto, zoppo, o “Gian giotto”, ma valente uomo d’arme e di governo (risposato con la faentina Zambrasina di Tebaldello degli Zambrasi). Paolo, Paolotto, Pauloccio, “Paulotius”, detto il Bello, “uomo molto bello nel corpo e molto costumato…acconcio più a riposo che a travaglio”, era nato intorno al 1246, Capitano del Popolo, conservatore della pace,  a Firenze  nel 1282 era sposato ad Orabile Beatrice di Giaggiolo dalla quale ebbe due figli.

Per guadagnare l'approvazione della giovane, la tradizione, che risale a Giovanni Boccaccio dice che il matrimonio sia avvenuto per procura, dove il procuratore fu il più giovane e aitante fratello di Gianciotto, Paolo Malatesta, del quale Francesca si invaghì perché era un giovane aitante e di bel aspetto.

La storia di Paolo e Francesca è tramandata solo da fonti letterarie, non esistono documenti storici che citino l’adulterio e il duplice omicidio, pare infatti che l'alleanza tra le due famiglie fosse così vantaggiosa per entrambe, grazie a strategie politico-dinastiche complementari, che il fatto di sangue diventò un fatto da mettere a tacere il più presto possibile. Infatti non si sa per esempio dove sia accaduto realmente il duplice omicidio: alcune ipotesi indicano la Rocca di Gradara, ma si tratta solo di congetture. Altre ipotesi parlano della Rocca di Castelnuovo presso Meldola. La protagonista del dramma passionale, Francesca è stata però immortalata da poeti, scrittori, pittori e musicisti nelle diverse epoche.

Parola di donna
Giornate internazionali di studio dedicate a Francesca da Rimini, terza edizione
Rimini, 26 - 28 giugno, 4 luglio 2009
Museo della Città - "Notte rosa" - Cultura

La città di Rimini,  della quale Francesca porta associato il nome, ha  dedicato due eventi culturali che hanno visto la partecipazione  di studiosi di diverse discipline (storia, letteratura, teatro, musica, arti figurative) provenienti dalle più prestigiose università europee e americane, testimoniando ai massimi livelli scientifici il valore e l’attualità del tema,  meritandosi il plauso e il patrocinio di Dante Society Of America e Società Dantesca Italiana e dell’ Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. L’importanza che il tema riveste per la città e  l’esperienza maturata, permettono di progettare un terzo evento per l’estate 2009.

La III edizione degli incontri dedicati a Francesca avrà  come tema la voce poetica femminile, da intendere come voce di personaggio attraverso la quale sono declinati al femminile figure, concetti e sentimenti che, pur appartenendo originariamente al Poeta, sono tuttavia filtrati attraverso una prospettiva femminile. “Parola di donna” è quindi anche un invito ad interrogarsi sulle torsioni che il discorso letterario (in tutti i suoi aspetti) subisce quando l’autore finge che a pronunciarlo sia una donna. Ma a partire dal sommo modello ritratto da Dante, i relatori rifletteranno altresì sulle fonti femminili del personaggio dantesco e sulla sua irradiazione nella letteratura italiana e straniera, aprendo la ricerca anche a voci autenticamente femminili che di Francesca sono magari modelli, più o meno prossimi, o eredi, più o meno moderne. La femminilità di cui Francesca è portatrice sarà esplorata nel suo versante espressivo: ciò che significa per una donna, fittizia o reale, “prendere la parola”.

Al convegno è già stata assicurata la partecipazione di relatori stimati che indagheranno sul valore paradigmatico che Francesca, a partire dall’Ottocento, ha rappresentato e continua a rappresentare per donne e uomini impegnati sul fronte della libertà e dell’emancipazione femminile.

Paolo e Francesca - Anno 2010

Siamo stati una vita, e degna cosa
è che noi siamo una morte…
(Gabriele D’Annunzio, Francesca da Rimini, atto V)

Le Passioni
GIORNATE INTERNAZIONALI FRANCESCA DA RIMINI - IV Edizione
Rimini, 21 - 23 maggio, 3 luglio 2010
Museo della Città - "Notte rosa"

Omnia tamquam mortales timetis,
omnia tamquam immortales concupiscitis...

Da mortali quali sono, gli esseri umani temono tutto e però desiderano tutto come fossero immortali.

Ciò che li fa essere così sono le passioni, per alcuni l’altra faccia della ragione, per altri le sue nemiche. Così, alle passioni é stata attribuita la capacità di esplodere e rafforzare le relazioni amorose, interpersonali e sociali, ma anche di alterarle fino a sovvertirle. Queste tensioni sono magistralmente raffigurate nella storia di Francesca da Rimini, un mito tra i più diffusi, popolari, radicati e longevi della cultura occidentale, dilagato, da due secoli, in tutti i continenti in tutte le forme d’espressione artistica.

Le “Giornate Internazionali Francesca da Rimini 2010”, manterranno l’impegno già testimoniato dalle edizioni precedenti, in particolare da Parola di Donna nel 2009 che aveva orientato gli interventi verso problemi di ordine sociale e civile, come la “Libertà al femminile” (emancipazione, violenza nei confronti delle donne, etc.). Il tema “Le Passioni” permetterà, inoltre, di affiancare agli studiosi di letteratura, di musica, di arti visive, di storia, anche filosofi e sociologi che si confronteranno sul valore e sull’attualità di quello straordinario personaggio.

Pur confermando la sua connotazione di convegno di studi, “Le Passioni” proporrà anche, come appunti, eventi aperti al pubblico quali: “Pubblico processo” a Gianciotto Malatesti e “Alla ricerca del Bacio perduto”: tour guidato ai luoghi del mito, con visita alla rocca di Verucchio insieme a Pier Giorgio Pasini. Uno spazio importante delle Giornate sarà dedicato agli insegnanti e agli studenti con il seminario: Rileggere Dante, rileggere Francesca.

Paolo e Francesca - Anno 2011

Giornate Internazionali "Francesca da Rimini": “Legger d’Amore”
V Edizione

Rimini festeggia in modo originale il centocinquantenario dell'Unità d'Italia e lo fa con una mostra dedicata alla celebre figura di Francesca di Rimini.

Torna per il quinto anno consecutivo l’appuntamento con Francesca da Rimini, l’eroina della passione e dell’amore eterno, mito tra i più diffusi, popolari e longevi della cultura occidentale. Rimini, la città della quale porta il nome, le ha dedicato diversi convegni di studi: “Francesca Je t’aime” (2007), “Un bacio, un mito…” (2008), “Parola di donna” (2009) e “Le Passioni” (2010), facendo di Francesca da Rimini un mito che nato dai versi di Dante ha vissuto vita propria ispirando artisti di ogni paese e che ha saputo mantenere intatto il suo fascino fino a conquistare tutte le generazioni.

Francesca è il personaggio più affascinante e più amato della Divina Commedia e a partire dalla fine del Settecento molti artisti hanno dedicato a lei opere in ogni forma d’espressione. Opere, spesso, di grande valore e di grande successo che, in due secoli, l’hanno trasformata nell’immaginario collettivo da peccatrice-adultera in eroina, vittima di un inganno nuziale e di intrighi di potere, fino a farne, ai nostri giorni, il simbolo della fedeltà eterna e della passione che tutto vince.

Al libro e agli scrittori d’amore e di passione, è dedicata la nuova edizione delle Giornate Internazionali "Francesca da Rimini": “Legger d’Amore”, che non è solo un atto intellettuale, ma vitale, una atto che si compie dall’antichità ai giorni nostri, ma che è sempre nuovo ogni volta che si ha sotto gli occhi un testo d’amore.

La mostra documentaria curata da Ferruccio Farina è intitolata a “Francesca da Rimini dalla rivoluzione giacobina a Trieste liberata”. Realizzata in occasione delle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, la mostra propone decine di cimeli originali, tra libri, incisioni, monete, medaglie, bandi, editti, divise e armi d’epoca, suppellittili e oggetti d’uso quotidiano, che in un ideale percorso dimostrano il legame dell’eroina riminese con gli avvenimenti storici del Risorgimento e con gli ideali che hanno costruito l’Italia. Non manca la rarissima Francesca da Rimini di Francesco gianni del 1795, l’edizione clandestina della Francesca da Rimini di Pellico che porta un falso luogo di tampa “Londra 1818” per poter circolare nei territori austroungarici e pontifici, una rara edizione del 1849 del primo scritto politico di mazzini. L’incisione  Francesca da rimini di Ary Scheffer tradotta in acquforte da Luigi Calamma, principe degli incisori del 1849. Opere di protagonisti della lotta per la libertà e l’indipendenza nelle repubbliche napleoniche, come Edoardo Fabbrie Vincenzo Pieracci che ineggiano all’eroina riminese.

Oltre al programma del Convegno di Studi, uno spazio importante delle Giornate sarà dedicato agli insegnanti e agli studenti con il seminario Rileggere Dante, rileggere Francesca..., curato da Raffaele Pinto, al cui interno è prevista anche la proiezione di due cimeli cinematografici: William Ranous, The two brothers, or Francesca da Rimini – Stati Uniti 1907, e Ugo Folena, Francesca da Rimini, Italia 1910, con Francesca Bertini.

Tra i relatori del Convegno Internazionale di Studi 2011: Luigi Ballerini, Remo Bodei, Massimo Ciavolella, Valeria Cicala, Roberto Fedi, Giulio Ferroni, Diana Glenn, Deirdre O’Grady, Raffaele Pinto, Rita Severi, Natascia Tonelli, Nadia Urbinati, Michela Cesarini e Ferruccio Farina. Progetto e cura: Ferruccio Farina.

Come ormai tradizione, torna anche Alla ricerca del Bacio perduto, tour guidato ai luoghi del mito, a cura di Michela Cesarini, con visita a Santarcangelo di Romagna, ripercorrendo luoghi e memorie legate al mito di Francesca.

Eventi collegati:
Compagnia Teatro del Cartoccio: Amore amor amornò – lettura scenica liberamente ispirata al romanzo “Francesca” di Flavio Nicolini dedicato ai Malatesta e in particolare alla figura di Francesca da Rimini.


Francesca in tivù – Proiezione di Paolo e Francesca, regia di Vittorio de Sisti.
Francesca da Rimini, grande eroina romantica ha attraversato tutta la storia europea, dalla rivoluzione giacobina a Triste liberata.
In occasione del 150 anni dell’Unità d’Italia a Rimini è stata realizzata una grande mostra e la figura di Francesca da Rimini è stata riscoperta come musa risorgimentale.
Museo della Città - Rimini, via L. Tonini n.1

Francesca giacobina: Francesco Gianni e l’eroina della libertà

E’ stato il poemetto dedicato a Francesca da Rimini da Francesco Gianni, giacobino in fuga, a trasformarla in vittima innocente di leggi crudeli e di un matrimonio voluto per ragioni di potere. Francesca diventa da questo momento una romantica eroina, protagonista di poesie, opere teatrali e musicali, rappresentata dai pittori quale vestale dell’amore e della passione. Francesca non è il divino, ma è un fragile essere umano, capace di colpa. 

Rimini, Francesca, Murat: il proclama del 1815 e il dipinto di Ingres.

Il celebre dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 29 agosto 1780 – Parigi, 14 gennaio 1867), pittore francese considerato il maggiore esponente della pittura neoclassica, pittura a cui guarderà, negli anni '60 del XIX secolo, anche il giovane Édouard Manet, è in mostra nella quadreria di Gioachino Murat.

Francesca clandestina: Pellico e l’Italia dei prodi

Silvio Pellico scrive dedicandola a Francesca la più celebre tragedia dell’Ottocento tradotta in tutte lingue e rappresentata in tutti i teatri del mondo. Lo scrittore ottenne un grande successo la sera del 18 agosto 1815 quando fu rappresentata per la prima volta la vicenda di Paolo e Francesca, interpretata da Carlotta Marchionni. Gli elementi dell’opera, patria, patriottismo, sentimentalismo decretarono il successo dell'opera.

Il declino dei secoli bui: 1790, l’ultima invettiva.

Dagli inizi dell’Ottocento fino alla liberazione di Trieste su ogni barricata qualche patriota- artista inneggia alla “Bella di Arimino”, al suo coraggio, alla sua bellezza e al suo mitico bacio.

La Giovine musa: Mazzini e quella notte a Rimini del 1831

Anche due eroi del Risorgimento incontrarono la giovane Francesca, Mazzini nell’incipit del suo primo scritto politico “Una notte a Rimini nel 1831” la evoca insieme ai valori della nuova Italia, mentre Garibaldi la conosce nella rappresentazione del Pellico a Montevideo quando combatte per la libertà dell’Uruguay.

Eroina dei due mondi. Leight Hunt, Byron e Boker

Francesca è l’eroina anche di opere d’autori stranieri che hanno combattuto per la libertà, come il poeta romantico Byron, carbonaro a Ravenna prima di andare a morire combattendo per la libertà della Grecia. Leight Hunt che per I suoi scritti contro il principe reggente Giorgio d’Inghilterra era stato incarcerato nella Torre di Londra, George Henry Boker, il poeta patriota che combatteva con i federali nella guerra civile americana.

Paolo e Francesca - Anno 2012

GIORNATE INTERNAZIONALI FRANCESCA DA RIMINI
VI Edizione
Los Angeles CA, april 20-21, 2012

Women in Hell

Donne all’inferno
Francesca da Rimini 
Tra peccato, virtù ed eroismi

Il convegno di Los Angeles è il un appuntamento internazionale per parlare di Francesca da Rimini, per affrontare e discutere del significato e del valore di questo mito, tutt’ora radicato nella cultura europea dopo due secoli. Il titito delle giornate è forse brutale ma purtroppo spesso la condizione femminile sottovalutata ha creato molte lacune e non ha consentito all’altra metà del cielo di vivere nel rispetto la propria condizione umana.



Questo convegno quindi vuol contribuire a pareggiare i conti parlando di tutte le donne e a tutte le donne che sono state fatte precipitare in qualche inferno perché hanno commesso degli errori, hanno fatto scelte ritenute sbagliate, per la loro passione. Donne spesso innocenti vittime dei mariti, della società e della famiglia, tante storie sulle quali riflettere proprio per evitare che certe forme di persecuzione continuino a verificarsi.

Paolo e Francesca - Anno 2013

Giornate Internazionali "Francesca da Rimini": “Burning Desire”
VII Edizione
Rimini 20-22 settembre 2013

Dopo la trasferta a Los Angeles nel 2012, le Giornate Internazionali Francesca da Rimini tornano a Rimini dal 20 al 22 settembre 2013 per il VII appuntamento internazionale indetto per discutere e riflettere sul significato e il valore del mito dell’eroina riminese.

“Burning Desire”, ovvero desideri e visioni tra letteratura, teatro, musica e cinema. A confrontarsi, saranno come sempre studiosi di diverse discipline provenienti da istituzioni e università europee e americane.

L’edizione 2013 degli incontri riminesi dedicati a Francesca avrà come linea guida il tema del Desiderio, a partire dai versi danteschi “Quali colombe dal disio chiamate…” che è l’inizio dell’episodio di Francesca nel canto V dell’Inferno. Si tratta della storia di un desiderio realizzato e pagato con la vita, nato di un incontro voluto dal destino.

Fu proprio la critica ottocentesca a trasformare Francesca in una eroina si peccatrice ma in fondo priva di colpa, secondo Francesco De Sanctis, grande critico dell’età romantica, Francesca incarna la fatalità della passione d’amore, Francesca preannuncia le figure femminili della letteratura romantica: gentili, pure, leggiadre, nel suo animo può farsi adito solo l’amore. Lo stesso Foscolo secondo il quale l’ardore e la passione purificano la colpa e nei confronti si prova solo compassione.

Desiderio, quindi, è parola-chiave nella riflessione su Francesca e Paolo e sulle figure letterarie che da essi hanno ispirazione. Continuando una tradizione ormai consolidata, quest’anno il convegno su Francesca proprio di questo si occuperà: di come, dal Medioevo a oggi e non solo con le parole, si è rappresentato il desiderio, la forza irresistibile che ci prende e ci appassiona, e sempre ci commuove.

L'immagine dell’edizione 2013 è una libera elaborazione da Franz Von Byros,
Francesca da Rimini, in Die göttliche Komödie, Hölle, Vienna 1921.

Il Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini è nato a Los Angeles nel 2006 nel corso di un Convegno dantesco all’UCLA, per iniziativa di un gruppo di studiosi di diverse università italiane e straniere che si sono posti l’obiettivo di promuovere e facilitare studi e ricerche su Francesca da Rimini e sul suo mito attraverso iniziative culturali, scientifiche e divulgative.

Paolo e Francesca - Anno 2014



Giornate Internazionali Francesca da Rimini

Francesca da Rimini 
Passioni e Nostalgia
VIII Edizione

Convegno - mostre - passeggiate culturali
Italian Passion |

Francesca da Rimini, passione e nostalgia
è l’insegna sotto la quale si svolgeranno le 
Giornate Internazionali Francesca Da Rimini 2014
e alla quale si ispira la Notte Rosa, festa del capodanno dell’estate riminese.
Un mito, Francesca da Rimini, nato dai versi di Dante e che, dall’Ottocento ai giorni nostri, ha ispirato oltre mille artisti ad ogni latitudine. Un mito che, rinnovato con l’illuminismo e il romanticismo, sa affermare ancor oggi valori positivi: la bellezza, l’amore eterno, la fedeltà, la libertà e il rispetto della vita, della persona e dei sentimenti.
Che ha saputo conservare nel tempo il suo fascino e il suo appeal anche nei confronti delle nuove generazioni.
Francesca da Rimini è l’icona dell’amore e della passione più nota al mondo e i suoi baci sono i più celebri, i più appassionati e più longevi della cultura poetica occidentale.

Baci e gesti d’amore che, se per la loro forza espressiva sono certamente senza tempo e senza età e appartengono alla vita di tutti, si connotano invece, in maniera incontrovertibile,
come espressione naturale di quella terra magica per l’amore e la passione che, dall’inizio del Settecento, nel sentire comune, è l’Italia.
Baci e passione italiani, quindi.
Italiano il medio evo che fa da fondale alla tragedia di Francesca, italiano l’antico e divino poema ove per la prima volta i suoi baci sono narrati e al quale, necessariamente, il pensiero rimanda; 
italiana la poesia che da sempre i baci dei due giovani innamorati ispirano e italiana la forza prorompente della passione che sanno esprimere.
E solo italiano può essere l’eroismo di Francesca, che, vittima di inganni e di leggi crudeli secondo il racconto di Boccaccio, sa donarsi perfino alla morte per vivere con pienezza il suo amore.

Passione e nostalgia, sono i due temi che informano l’episodio di Paolo e Francesca nel quinto canto dell’Inferno dantesco.
Passione che li ha dannati - “amor condusse noi ad una morte”-e che li tiene uniti per l’eternità, unico sollievo dalla punizione divina. Che fa scaturire violentemente la nostalgia della vita passata, dei momenti che videro sbocciare ed esplodere il loro amore: “Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice…”.
Nostalgia, desiderio di vivere gioie ed emozioni già vissute e di tornare alla propria patria, che per Paolo e Francesca è anche la consapevolezza struggente di non poter mai ritornare alla vera patria di ogni essere umano, la terra promessa.
A questi due temi, che attraversano tutta la Divina Commedia, è dedicata la nuova edizione delle 
Giornate Internazionali “Francesca da Rimini”, 
ottavo appuntamento internazionale che vedrà, attorno al tradizionale convegno di studi, numerosi eventi e spettacoli all’insegna di Francesca.

Tra questi una straordinaria esposizione di antiche e preziose edizioni di Divine Commedie illustrate e un omaggio a Riccardo Zandonai nel centenario dell’opera lirica Francesca da Rimini, andata in scena il 19 febbraio 1914 al Teatro Regio di Torino.

DIVINA PASSIONE
Francesca da Rimini nelle Commedie illustrate tra XV e XX secolo, da Baccio Baldini a Renato Guttuso
4 luglio – 28 settembre 2014 | Rimini, Museo della Città
Via Tonini 1 | Ingresso libero
Progetto e cura: Livio Ambrogio e Ferruccio Farina
Assistenza: Maria Cecilia Antoni, Nadia Bizzocchi, Antonietta Botteghi e Paola del Bianco, Biblioteca Civica Gambalunga
Progetto allestimenti: Fabio Tommasetti
Grafica: Bruno Monaco Comunicazione Creativa
Si tratta dell’esposizione di opere a stampa e codici antichi
che ha per linea guida Francesca da Rimini
e il quinto canto della Commedia.

Propone una selezione di opere dantesche dalla Collezione Ambrogio, la più vasta e importante al mondo, formata da più di mille tra volumi, antiche stampe, codici emanoscritti della Commedia e di edizioni stampate nel XV secolo, quando l'arte tipografica era appena nata.

Il percorso si svolge attraversosette secoli di tradizione: dalla rarissima editio princeps del poema stampata a Foligno da Johann Neumeister nel 1472 e l'ancor più rara seconda edizione, impressa a Mantova sempre nel 1472. L’esposizione include le edizioni della Commedia apparse nel XVI secolo, a partire dal celebre volume del 1502 stampato da Aldo Manuzio fino alle grandi Commedie illustrate di Flaxman, Pinelli, Von Sturler, Doré, Von Bayros e di Guttuso.

La mostra ripercorre il cambiamento che Francesca da Rimininella rappresentazione degli illustratori a partire dall'Ottocento, quando la peccatrice si trasforma in una creatura angelicata vittima di inganni, la lussuriosa diventa l'eroina che ha saputo sacrificare la vita per l'amore. Tra gli autori rappresentati: Baccio Baldini, Franz v. Bayros, Monika Beisner, Matteo Benali, Sandow Birk, Sandro Botticelli,William Blake, Gustave Dorè, John Flaxman, Bonaventura Genelli, Renato Guttuso, Juke Hudig, Achille Incerti, Gian Giacomo Macchiavelli, Margaret & Helen Maitland Armstrong, Tom Phillips, Bartolomeo Pinelli, Adolf Sturler, Henrietta Thornton. Così Enrico Malato, presidente del Centro Pio Rajna e vice presidente della Casa di Dante: «Nessun manoscritto originale del Sommo Poeta è arrivato fino a noi. Fa impressione, per compattezza e completezza, la raccolta messa insieme da Livio Ambrogio, che probabilmente non ha eguali nel mondo, con documenti irreperibili». 

Così Andrea Gnassi, Sindaco di Rimini: «Se Dante, simbolo della cultura italiana, non ha bisogno di sottolineature, Francesca da Rimini, senz’altro il personaggio più amato della Commedia, è riconosciuta universalmente come simbolo della bellezza, dell’amore eterno e della passione. Straordinaria ambasciatrice del più bel paese al mondo, l’Italia, affascina da ben sette secoli uomini e donne ad ogni latitudine portando ovunque il nome della mia città.
Questa mostra di grandi cimeli e le ‘Giornate’ a lei dedicate, oltre che un contributo alla cultura vogliono testimoniare la gratitudine della sua terra, della nostra terra, alla sua eroina più amata.» Una sala della del percorso è dedicata alla proiezione di celebri  rappresentazioni dell’opera lirica in Italia, Francia-Ungheria e America dal 1958 al 2013.
Appunti fotografici e materiali a stampa ricordano la rappresentazione al Teatro Vittorio Emanuele di Rimini dell’agosto 1923, primo spettacolo lirico in città dopo l’interruzione imposta dalla prima guerra mondiale.

Cura: Ferruccio Farina e Bottega Musicale Bruno Monaco
Progetto allestimenti: arch. Fabio Tomasetti
Allestimenti: squadra tecnica del Museo della Citta
Prestatori: Famiglia Palanti, raccolte pubbliche e private italiane

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I quattro clipei dell'Arco d'Augusto

Arco d’Augusto Le decorazioni presenti sull’Arco d’Augusto di Rimini ( Ariminum ) hanno una forte valenza simbolica. Sopra la parte centrale del fornice si trova una testa di toro che potrebbe rappresentare o la fecondità della natura oppure ricordare la fondazione della città e il governo romano che aveva portato legge e ordine. Ai lati dell’arcata si trovano quattro clipei ( CLIPEO  (lat. clipeus). - Era uno scudo metallico che i Romani adottarono, fin dai tempi più antichi, per la difesa dei soldati della prima classe)   che rappresentano divinità favorevoli all’Imperatore Augusto, tra i quali si trova Nettuno, dio dei mari, riconoscibile dal simbolo del tridente. L’immagine del dio è rivolta verso la città come per richiedere la sua protezione, essendo Rimini una città di mare. Sono rappresentati Apollo, dal quale l’Imperatore diceva di discendere, un bel giovane con i lunghi capelli, Giove con una lunga barba e con un fascio di fulmini nella ...

Il cippo di Giulio Cesare

Iscrizione sul cippo: C.CAESAR DICT. RUBICONE SUPERATO CIVILI BEL. COMMILIT. SUOS HIC IN FORO URB. ADLOCUT Alea iacta est   In piazza Tre Martiri si trova un cippo marmoreo realizzato nel 1555 per ricordare il luogo in cui Giulio Cesare aveva parlato, salendo sopra ad un enorme sasso, ai suoi soldati, il 10 gennaio del 49 a .C. dando inizio alla guerra civile contro Pompeo e il Senato, sancendo il tramonto della Repubblica e la nascita dell’Impero. Non ci sono prove certe che il discorso di Cesare fosse avvenuto proprio in quella sede ma molti sono i riferimenti storici e gli aneddoti che lo riguardano. Francesco Petrarca racconta nella sua opera sulla vita di Cesare del 1337 di quando da bambino gli fu mostrata una pietra dalla quale Cesare avrebbe tenuto il suo discorso e anche Gaspare Broglio Tartaglia segretario e Ambasciatore di Sigismondo Pandolfo Malatesta cita la piazza e la grossa pietra. Torniamo al 1555 quando a seguito di un crollo un resto...